5. Hai avuto dei mentori o delle figure di ispirazione?
Da questo punto di vista sono stato molto fortunato.
Penso che la più grande fortuna per un giovane ricercatore è quella di incontrare i giusti maestri. Il primo mentore è il Prof. Sabatino Maione, che ancora oggi mi segue, e che mi ha dato l’opportunità di fare carriera all’Università.
A lui devo l’approccio critico alla ricerca ma soprattutto una passione esagerata per le neuroscienze.
Per ciò che concerne il mondo dei cannabinoidi, ho avuto la fortuna di iniziare il dottorato di ricerca in un periodo in cui il Prof. Maione aveva una florida e stretta collaborazione con un top scientist nel settore dei cannabinoidi, ovvero Vincenzo Di Marzo, il quale non ha bisogno di alcuna presentazione nel settore. Grazie a Vincenzo, che ha creato un gruppo di ricerca che coordinava, abbiamo avuto la possibilità di collaborare anche con il Prof. Mechoulam, Pertwee e altre personalità di spicco nel campo della cannabinologia.