2. Parkinson e Sistema Endocannabinoide
La malattia di Parkinson causa numerosi sintomi sia motori che non motori. Tra i sintomi più evidenti ed invalidanti vi sono il tremore, la rigidità muscolare, la bradicinesia e l’instabilità posturale.
Queste alterazioni dell’apparato motorio, trovano una strettissima correlazione con il Sistema Endocannabinoide, il quale è molto espresso nelle aree cerebrali coinvolte nella regolazione del movimento come i gangli della base. Stimolando i recettori CB1 si induce una riduzione del tremore, come è stato verificato da una ricerca preclinica condotta in Colorado. Anche l’interazione con i recettori CB2 produce una risposta positiva in termini di riduzione dell’infiammazione e di neuroprotezione indotta dalla somministrazione di THC, CBD e THCV.
3. Le proprietà neuroprotettive del CBD
Oltre ai recettori classici CB1 e CB2, anche altre famiglie di recettori sono coinvolte nella neuroprotezione e nella regolazione del movimento. Infatti una ricerca ha dimostrato il coinvolgimento dei recettori vanilloidi (TRPs) e recettori orfani (GPRs), espressi nelle aree del cervello coinvolte dalla malattia di Parkinson.
Il cannabidiolo (CBD) è in grado di interagire con questi recettori, producendo un aumento di dopamina che migliora il controllo motorio. Inoltre, la proprietà neuroprotettiva del CBD è importante nella terapia del Parkinson e in tutte le malattie neurodegenerative, per contrastare la progressiva morte neuronale. La perdita di neuroni è alimentata da una neuroinfiammazione cronica e dallo stress ossidativo che porta ad una produzione esagerata di radicali liberi. Grazie all’azione antiossidante e antinfiammatoria dei fitocannabinoidi, la cannabis è un trattamento alternativo in grado di gestire i sintomi della malattia e limitarne il decorso.