3. Le difficoltà per il farmacista
In Italia, il lavoro del farmacista preparatore di Cannabis Terapeutica non è molto semplice.
Le prime difficoltà che si incontrano sono di carattere formativo. È solo da (relativamente) pochi anni che la cannabis in Italia è considerata un farmaco. L’attenzione riservata alla cannabis nei corsi di studio delle Università italiane è ancora marginale. Fino al 2013, se ne trattavano quasi esclusivamente gli aspetti botanici. Oggi vengono date informazioni in più sul ruolo fisiopatologico di alcuni suoi costituenti, come il THC e il cannabidiolo (CBD), ma non molto di più.
Fortunatamente da qualche anno le cose stanno cambiando. Nel 2019, La Sapienza di Roma ha istituito un laboratorio di “Analisi socio-economica del mercato della cannabis”. Ancora di più ha fatto il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova che, in collaborazione con Cannabiscienza, ha promosso il corso di studi “Cannabinologia: la pianta di Cannabis e il Sistema Endocannabinoide”.
Queste sono interessanti novità, ma il panorama accademico italiano è ancora limitato nei confronti della cannabis. Molti farmacisti si trovano allora nelle condizioni di essere poco informati sul ruolo del Sistema Endocannabinoide, sulle oltre 500 sostanze (cannabinoidi e non) ad azione farmacologica presenti nella cannabis e sull’importanza del fitocomplesso, solo per fare qualche esempio.
Oltre le differenti leggi regionali sulle dispensazioni a carico del SSR, anche nel campo dell’industria, dall’approvvigionamento alla distribuzione della Cannabis Terapeutica, le norme sono in continuo mutamento e non sono sempre chiare. Ai farmacisti e agli operatori del settore farma è demandato il compito di informarsi e in molti casi non è facile non solo reperire le normative, ma anche trovare enti di riferimento.
Oltre ad avere conoscenze sull’allestimento di preparati galenici, bisogna tener conto del Decreto 9/11/2015, che introduce la necessità di titolazione dei preparati di olii ed estratti, i quali devono essere sottoposti ad analisi del contenuto.
Ma in che modo si analizzano i preparati a base di cannabis? È meglio usare l’HPLC o la gas-cromatografia (GC-MS)?
Inoltre, per Legge, il farmacista non può mai cedere la cannabis in quanto tale ma solo dopo averla ripartita secondo le indicazioni in ricetta. Ora, la cannabis si può presentare sotto forma di infiorescenze intere, granulate, o macinate.
Qual è la differenza tra queste forme? Come e quando la cannabis deve essere triturata (grindata)?