5. Conclusioni: il THC utile anche contro il COVID 19?
I laboratori dei dottori Mitzi e Prakash Nagarkatti hanno eseguito decenni di studi pionieristici sui cannabinoidi. Infatti, i loro esperimenti sull’uso del cannabidiolo (CBD) per trattare l’epatite autoimmune, sono ben conosciuti nel campo e hanno portato all’approvazione, da parte dell’FDA, del CBD come farmaco per il trattamento di questo disturbo.
Le loro ricerche hanno inoltre dimostrato che i cannabinoidi sono potenti agenti antinfiammatori che possono essere usati in sicurezza per trattare una varietà di malattie infiammatorie e autoimmuni come la sclerosi multipla, la colite, l’epatite e simili.
Questo loro ultimo lavoro sul THC nella sindrome da stress respiratorio è anch’esso di grande impatto.
Lo studio ha infatti dimostrato che l’enterotossina stafilococcica SEB altera il microbiota dei polmoni, portando alla comparsa di microbiota patogeno. Il THC è efficace nell’invertire questa tendenza, promuovendo batteri benefici che sopprimono l’infiammazione, prevenendo così il danno ai polmoni.
Inoltre, l’enterotossina stafilococcica può causare un forte stress respiratorio. La SEB infatti attiva le cellule immunitarie, che iniziano a produrre enormi quantità di citochine, innescando così una “tempesta di citochine”, che può causare gravi danni ai polmoni e ad altri organi, spesso con esiti fatali.
Questo processo immunitario è simile a quello osservato nei pazienti con grave infezione da COVID-19, caratterizzato dall’abnorme produzione di citochine infiammatorie e dalla conseguente insufficienza respiratoria, oltre che da danni a numerosi tessuti e organi.
Questo lavoro quindi solleva l’eccitante possibilità di utilizzare i cannabinoidi per trattare anche la sindrome da stress respiratorio acuto osservata nei pazienti COVID-19.
Infatti, come affermato dal Dr. Prakash Nagarkatti:
“La tempesta di citochine è un enorme problema clinico che porta al danneggiamento di molti organi, se non che alla morte. Si osserva anche nei pazienti COVID-19 e non ci sono modalità di trattamento efficaci contro questa sindrome. Lavoriamo sui cannabinoidi da oltre 20 anni e abbiamo scoperto che i cannabinoidi come il THC sono altamente antinfiammatori. Pertanto, i nostri studi sollevano l’entusiasmante suggerimento di testare il THC contro l’ARDS osservato nei pazienti COVID-19 “.
Non resta allora che aspettare i risultati di questi nuovi studi.
Noi di Cannabiscienza, come al solito, vi terremo aggiornati.