2. I rischi del consumo di cannabis tra i giovani
Nei giovani e negli adolescenti i rischi potenziali nell’assumere cannabis riguardano soprattutto la possibilità di sviluppare problematiche psichiche e psicologiche.
L’adolescenza rappresenta un periodo fondamentale per lo sviluppo neuronale, in cui si verificano cambiamenti sinaptici e strutturali critici, soprattutto nelle regioni del cervello coinvolte nella cognizione, nell’autoregolazione e nell’elaborazione emotiva.
Dalla nascita fino oltre i 20 anni, il cervello è in continuo sviluppo. Durante l’infanzia, c’è un’abbondante formazione di nuove sinapsi, in particolare nella corteccia cerebrale. In seguito, si osserva un processo di “potatura”, con l’eliminazione delle connessioni inutilizzate o ridondanti e il miglioramento delle sinapsi che sono utilizzate. Il cervello, tuttavia, non matura in tutte le regioni allo stesso tempo: le regioni più rudimentali, come quelle che permettono il movimento e le funzioni somato-sensoriali e l’elaborazione generale delle informazioni, maturano prima (nell’infanzia), mentre altre coinvolte nel controllo degli impulsi, nella pianificazione strategica o nel comportamento sociale maturano più tardi, nell’adolescenza, insieme allo sviluppo della corteccia prefrontale.
Tutti questi cambiamenti possono essere considerati come un “complesso processo, geneticamente modellato, di consolidamento degli hub della rete anatomica cerebrale”.
Queste considerazioni indicano che il cervello adolescente è una struttura in continuo rimodellamento, con complessi processi neurofisiologici che portano alla formazione di nuovi circuiti. Ciò implica che, negli adolescenti, il cervello sia più “fragile” ed incline a subire danni.
Gli effetti psicotropi della cannabis sono dovuti principalmente all’interazione del THC con i recettori CB1, espressi in maniera abbondante nel cervello.
Vari studi, negli ultimi anni, hanno cercato di capire se l’utilizzo di cannabis nell’adolescenza sia a rischio di sviluppo di problematiche neurologiche, come psicosi o disordini dell’umore.
I risultati, spesso contrastanti, sono stati riassunti dal Prof. Stefan Dhein dell’Università di Lipsia, che in un articolo apparso nel 2020 sulla rivista Pharmacology, ha analizzato gli studi precedenti effettuati in questo ambito.
Le problematiche principali legate all’utilizzo precoce di cannabis nell’adolescenza sono dovute all’impatto che la sostanza può avere sulle funzioni cerebrali o cognitive. Come già sottolineato in un precedente articolo, in soggetti particolarmente vulnerabili, l’utilizzo di cannabis può portare alla “slatentizzazione” delle psicosi, un fenomeno per cui l’esordio di una psicosi può essere accelerato o scatenato. Per questo motivo, la cannabis è sconsigliata per chi ha una storia familiare di psicosi o disturbi del comportamento.
L’articolo del Prof. Dhein conclude affermando che:
“sembra che faccia differenza se un adulto o un adolescente prenda la cannabis. Gli studi clinici e sugli animali indicano che l’uso cronico di cannabis nell’adolescenza può risultare in deficit psico-emotivi e può arrestare lo sviluppo della personalità. Tuttavia, non tutti gli individui reagiscono allo stesso modo, e ci sono grandi differenze in letteratura; per questo, ulteriori studi sono necessari per chiarire quali fattori di rischio possono contribuire ad un effetto negativo del consumo di cannabis nell’adolescenza”.
Considerando questo e altri studi precedenti, si può concludere che è fortemente sconsigliato iniziare a consumare cannabis quando il cervello non è ancora pienamente sviluppato, soprattutto nel periodo dell’adolescenza.
Da queste premesse, la preoccupazione che una liberalizzazione dell’utilizzo di Cannabis Terapeutica o una liberalizzazione tout court possano indurre i giovani e gli adolescenti all’utilizzo di cannabis, è più che legittima.