3. I limiti all’uso del CBD
Come visto, gli studi pre-clinici suggeriscono che il CBD potrebbe essere utile agli atleti, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, analgesiche, ansiolitiche, neuroprotettive e per la sua influenza sul ciclo sonno-veglia.
Sfortunatamente, quasi nessun dato clinico è disponibile sull’uso del CBD nel contesto della performance atletica. Pertanto, anche se il CBD sembra un molecola interessante con una vasta gamma di proprietà potenzialmente utili per gli atleti, alcune considerazioni devono essere tenute in conto, prima di consigliare il CBD ad un atleta.
In primo luogo, sono disponibili solo pochi studi sull’uso di CBD negli adulti e la recente approvazione da parte della Food and Drug Amministration (FDA) e dell’Agenzia Europea per i medicinali (EMA) del CBD botanico come farmaco terapeutico contro alcuni tipi di epilessia pediatrica non trattabile, non giustificano il suo uso indiscriminato come integratore alimentare o per altre indicazioni terapeutiche, ancora da dimostrare, nell’uomo.
In secondo luogo, nessuno studio ha finora comparato il CBD con i farmaci convenzionali o le terapie già approvate e utilizzate dagli atleti. È possibile che il CBD sia meno efficace o induca effetti collaterali indesiderati rispetto a questi farmaci, sebbene sembra essere relativamente sicuro nell’uomo. Ricordiamo che gli effetti collaterali più comunemente riportati negli studi clinici sono stanchezza, diarrea e cambiamenti nell’appetito e nel peso corporeo.
Inoltre, è importante considerare i problemi relativi al dosaggio. Gli effetti desiderati (ansiolitico, neuroprotettivo, antinfiammatorio, antalgico, ecc…) sembrano essere dose-dipendenti e futuri studi clinici dovranno definire la giusta dose per ottenere gli effetti terapeutici attesi.
Infine, la regolamentazione dei prodotti non standardizzati a base di CBD attualmente disponibili sul mercato è molto scarsa. Preparati presenti sul mercato non approvati clinicamente o non sufficientemente controllati, che vantano di contenere solo CBD, spesso riportano dati imprecisi sulla purezza effettiva e sulla quantità di questo composto, o sul presenza concomitante di THC.
Ha approfondito questa tematica il dr Arno Hazekamp in “Olio al CBD: problemi e soluzioni“