2. Distribuzione del Sistema Endocannabinoide nell’apparato cardiocircolatorio
I recettori CB1 sono stati identificati in diversi distretti vascolari (aorta, arteria mesenterica, ecc..), soprattutto a livello delle cellule endoteliali e muscolari. Ciò implica un ruolo del Sistema Endocannabnoide nella regolazione della funzione vascolare. L’attivazione dei recettori CB1 -anche attraverso azioni centrali- induce vasodilatazione e quindi un’effetto ipotensivo, anche se in alcuni casi è stata evidenziata un’azione contrattile, enfatizzando così la complessità della farmacologia dei cannabinoidi a livello cardiocircolatorio.
I recettori CB1 si ritrovano anche a livello del cuore, in particolar modo nei cardiomiociti. La stimolazione di questi recettori, in generale, provoca un’effetto inotropo negativo, ovvero diminuisce la forza di contrazione del muscolo cardiaco.
Anche i recettori CB2 sono stati individuati nel miocardio e a livello vascolare, ma la loro funzione non è ancora ben chiarita. (4) I CB2 sono espressi anche dalle cellule immunitarie del sistema cardiovascolare –soprattutto leucociti e macrofagi- e la loro attivazione diminuisce il rilascio dei mediatori dell’infiammazione (citochine, chemiochine, ecc…).
Molto interessante è il fatto che è stata ipotizzata l’esistenza di almeno un altro recettore dei cannabinoidi, non ancora ben identificato, nel sistema cardiovascolare, in base agli studi effettuati sul Cannabidiolo anormale. Questo composto è un regioisomero sintetico del Cannabidiolo (CBD), una molecola con la stessa struttura ma con una disposizione spaziale differente dei suoi atomi. Il Cannabidiolo anormale è inattivo sui recettori CB1 e CB2 ma è in grado ugualmente di abbassare la pressione sanguigna, anche negli animali dove i recettori CB1 e CB2 sono stati eliminati geneticamente (animali knockout).
Inoltre, le risposte vasodilatatrici all’anandamide in esperimenti ex vivo hanno una farmacologia che non è coerente con le azioni sui recettori cannabinoidi classici. (9) Infine, questi effetti del cannabidiolo anormale e dell’anandamide sono antagonizzati da un farmaco sintetico, chiamato O-1918, che non è attivo sui recettori CB1 e CB2.
Escludendo i recettori TRPV1 -che pure sono attivati dall’anandamide ed inducano vasodilatazione, ma con un meccanismo diverso- un possibile candidato a ricoprire il ruolo di “terzo recettore cannabinoide” (o di recettore vascolare per l’anandamide) è il GPR55, anche se ci sono ancora considerevoli dubbi a riguardo.
Gli endocannabinoidi, come l’anandamide e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG) e i loro sistemi di sintesi e degradazione sono presenti sia a livello vascolare che cardiaco, dove esercitano varie funzioni, principalmente vasodilatazione e diminuzione della pressione vascolare e della contrattilità cardiaca.
Analizzando gli studi sugli animali da laboratorio e nell’uomo, gli effetti della stimolazione del Sistema Endocannabinoide sul sistema cardiovascolare (a seconda della via di somministrazione, della durata e della dose) possono quindi includere bradicardia e/o tachicardia mediata dai recettori CB1, ipotensione e diminuzione della contrattilità cardiaca -che dipende anche dagli effetti sul sistema nervoso centrale- nonché effetti diretti sul miocardio e sul sistema vascolare.
Nonostante ciò, il Sistema Endocannabinoide sembra svolgere un ruolo limitato nella regolazione dei parametri cardiovascolari nelle normali condizioni fisiologiche.
Questo è in linea con la funzione generale del Sistema Endocannabinoide, che è quella di mantenere l’omeostasi, l’equilibrio dell’organismo. Se l’equilibrio non viene perturbato, il Sistema Endocannabinoide non interviene in maniera significativa.
Tuttavia, in varie condizioni patologiche -in cui l’omeostasi dell’organismo è alterata- si assiste ad una iper-attivazione del Sistema Endocannabinoide che può indurre sia effetti protettivi che dannosi, a seconda del tipo di evento cardiocircolatorio e delle condizioni contingenti.
2 Comments
Ho letto l’articolo perché stò cercando una risposta a ciò che mi è accaduto, sono un pensionato di 65 anni (in pensione da 5), da 20 anni e più sono un consumatore di cannabis autoprodotta solo per il consumo personale con una media di 2 spinelli al giorno. Quest’anno però ne ho prodotta poca ed a aprile era finita e visto che dovrei iniziare dei lavori in casa e non volendo incrementare il mercato mi sono preso una pausa fino al prossimo raccolto. Verso i primi di maggio dopo un po’ di bricolage in cantina comincio ad avere un forte capogiro e uno sdoppiamento della vista che mi è durato una decina di minuti e poi è passato, dopo una settimana il fatto si è ripetuto molto più intensamente lasciandomi un formicolia itorno al lato sinistro della bocca. Per farla breve il mio medico mi ha spedito al prontosoccorso dove sono state fatte le varie analisi e visite (la tac non ha rivelato ischemie), alla fine di tutto è risultata una ipertensione con relativa somministrazione di pillole varie. Quello che mi chiedo è che questa ipertensione fosse latente (ero donatore avis e la pressione prima della visita era 140/90) e che la cannabis la tenesse sotto controllo? Fino ad ora non ho mai preso pastiglie o altro e la mia salute era quasi perfetta. Se volete vi posso dare i referti degli esami ed approfondire il discorso, ma ho voluto solo proporvi la mia esperienza. Ringraziandovi per il vostro articolo prgo distinti saluti.
Gentile Claudio, la segreteria l’ha contattata all’email da lei fornita per nuovi approfondimenti.
Con i migliori saluti,
Andrea