La diffusione rapida e globale di organismi resistenti agli antimicrobici negli ultimi anni è stata senza precedenti. Per questo l’OMS, in uno dei suoi report, ha pubblicato il primo elenco in assoluto
di “patogeni prioritari” resistenti agli antibiotici, composto da 12 famiglie di batteri che rappresentano una grave minaccia per la salute umana. Tra questi, lo Staphylococcus aureus, un batterio GRAM-positivo, è uno dei più infettivi e causa di morbilità e mortalità in tutto il mondo.
Ad aggravare ancora di più la situazione, negli ultimi anni stiamo assistendo ad una rapida diffusione di una specie di Stafilococcus aureus resistente alla meticillina (methicillin- resistant S. aureus, o MRSA), resistente a tutti gli antibiotici β-lattamici noti, oltre che ad altri tipi di antibiotici.
Nel report dell’OMS, il 75% degli altri batteri resistenti è invece rappresentato dai GRAM-negativi, dei batteri già di per sé difficili da trattare con i farmaci, a causa della presenza di una parete cellulare (che non si ritrova nei GRAM-positivi) che rende l’attacco da parte di un farmaco molto complicato.
C’è un ulteriore dato da tenere in considerazione: tra gli antibiotici attualmente approvati per uso clinico, l’ultima scoperta di una nuova classe di farmaci risale a più di 30 anni fa. In questo quadro non proprio roseo, la Cannabis si fa strada come un’alternativa ai farmaci classici efficace e promettente, come dimostrato dallo studio pubblicato su ACS Infectious Diseases, che andremo ad analizzare.
Per prima cosa, i ricercatori coinvolti nello studio hanno iniziato a testare l’attività antibatterica di una varietà di cannabinoidi disponibili in commercio, tra cui i cinque principali fitocannabinoidi cannabicromene (CBC), cannabidiolo (CBD), cannabigerolo (CBG), cannabinolo (CBN) e tetraidrocannabinolo (THC), nonché una selezione dei loro precursori carbossilici (pre-cannabinoidi) e altri isomeri sintetici (18 molecole in totali, Figura 1) contro lo S. aureus resistente alla meticillina.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che tutti i composti posseggono una buona attività antibiotica, con i fitocannabinoidi in forma neutra più potenti dei loro precursori acidi (CBCA, THCA, ecc…) e dei loro derivati divarinici (CBDV, THCV, ecc…).