7. Cannabis Terapeutica nel Lazio: le conclusioni
La regione Lazio non è stata certamente una delle prime regioni italiane a legiferare sulla Cannabis Terapeutica e i decreti in materia non sono sempre molto chiari in tutte le indicazioni.
In questa Regione, come in tutta Italia, la CM può essere prescritta a pagamento dai medici di medicina generale o dagli specialisti. Anche se non come terapia di scelta, può essere prescritta per qualsiasi patologia di cui esista letteratura scientifica. In questo caso, l’erogazione è consentita a tutte le farmacie territoriali.
Per le prescrizioni a carico del SSR, si incontrano invece maggiori difficoltà. L’erogazione è prevista solo da parte delle farmacie ospedaliere. Il numero di trattamenti rimborsabili è ridotto rispetto alle indicazioni ministeriali, creando disparità anche con le regioni confinanti. L’unica varietà rimborsabile è l’italiana FM-2.
Non è chiaro il motivo per cui le varietà di importazione non siano rimborsabili, a differenza di molte altre regioni italiane. Questo sicuramente limita la scelta dei medici, che per venire incontro alle esigenze dei pazienti, soprattutto economiche, saranno spinti a prescrivere la FM-2.
Considerando che la produzione della FM-2 da parte dello stabilimento militare di Firenze è molto limitata, con le scorte annuali che si esauriscono nel giro di qualche mese, probabilmente i pazienti laziali sono costretti a ricorrere alle varietà a pagamento, anche quando avrebbero diritto al rimborso da parte del SSR.
Nel già difficoltoso panorama italiano della Cannabis Terapeutica, dove le intenzioni ministeriali, seppur promettenti, rimangono puntualmente disattese dai decreti regionali di conversione, quella della Regione Lazio non è sicuramente una delle migliori legislazioni.
Anche in questo caso, una revisione della normativa a livello non solo regionale ma anche nazionale, sarebbe auspicabile.
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