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Parkinson e Cannabis

1. Il podcast: Cannabis e Parkinson

Stagione 4, episodio 25

2. Parkinson e Sistema Endocannabinoide

La malattia di Parkinson causa numerosi sintomi sia motori che non motori. Tra i sintomi più evidenti ed invalidanti vi sono il tremore, la rigidità muscolare, la bradicinesia e l’instabilità posturale.
Queste alterazioni dell’apparato motorio, trovano una strettissima correlazione con il Sistema Endocannabinoide, il quale è molto espresso nelle aree cerebrali coinvolte nella regolazione del movimento come i gangli della base. Stimolando i recettori CB1 si induce una riduzione del tremore, come è stato verificato da una ricerca preclinica condotta in Colorado. Anche l’interazione con i recettori CB2 produce una risposta positiva in termini di riduzione dell’infiammazione e di neuroprotezione indotta dalla somministrazione di THC, CBD e THCV.

3. Le proprietà neuroprotettive del CBD

Oltre ai recettori classici CB1 e CB2, anche altre famiglie di recettori sono coinvolte nella neuroprotezione e nella regolazione del movimento. Infatti una ricerca ha dimostrato il coinvolgimento dei recettori vanilloidi (TRPs) e recettori orfani (GPRs), espressi nelle aree del cervello coinvolte dalla malattia di Parkinson.

Il cannabidiolo (CBD) è in grado di interagire con questi recettori, producendo un aumento di dopamina che migliora il controllo motorio. Inoltre, la proprietà neuroprotettiva del CBD è importante nella terapia del Parkinson e in tutte le malattie neurodegenerative, per contrastare la progressiva morte neuronale. La perdita di neuroni è alimentata da una neuroinfiammazione cronica e dallo stress ossidativo che porta ad una produzione esagerata di radicali liberi. Grazie all’azione antiossidante e antinfiammatoria dei fitocannabinoidi, la cannabis è un trattamento alternativo in grado di gestire i sintomi della malattia e limitarne il decorso.

4. La cannabis come terapia per la malattia di Parkinson

Nonostante siano numerosi i dati ottenuti da studi preclinici sul Parkinson, purtroppo ad oggi non disponiamo di un protocollo clinico per la terapia con cannabis. I pochi studi clinici condotti su pazienti hanno prodotto scarsi risultati e spesso contrastanti. Il numero ridotto di partecipanti, la mancanza di dati scientifici non ci permette di affermare con certezza che la cannabis sia un valido trattamento alternativo alle terapie standard per i sintomi motori del Parkinson. Certamente i sintomi non motori, come l’ansia, i disturbi del sonno e la qualità della vita in generale sono migliorati dal trattamento con cannabinoidi, in particolare con CBD. Puoi approfondire questo argomento leggendo la pubblicazione Malattia di Parkinson e Cannabis >>

I malati di Parkinson, tramite le loro esperienze dirette, riportano l’efficacia della cannabis nella gestione dei sintomi motori e non motori. È necessario avviare subito grandi trials clinici per approvare il trattamento con cannabis nel Parkinson. Ancora una volta questa pianta può dare speranza a milioni di pazienti migliorando la loro qualità di vita.

Viola Brugnatelli
Direttrice scientifica di Cannabiscienza e ricercatrice in neuroscienze presso l’Università degli Studi di Padova

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