Stagione 2, episodio 20
Nel 1993 fu spiegato il meccanismo d’azione della palmitoiletanolammide, grazie alla ricerca condotta dal Premio Nobel per la Medicina Rita Levi di Montalcini. La PEA presenta un’analogia strutturale con l’Anandamide, e possiede effetti cannabinergici.
La proprietà terapeutica attribuita alla PEA è quella antinfiammatoria, perchè è in grado di ridurre il rilascio di citochine pro infiammatorie. Svolge quest’azione poiché è interagisce con dei recettori presenti sulla membrana nucleare chiamati PPAR. Questi recettori comunicano direttamente con i geni e regolano l’espressione delle proteine responsabili dell’infiammazione. Per saperne di più sul funzionamento del Sistema Endocannabinoide leggi la guida completa “Sistema Endocannabinoide: tutto quello che vorreste sapere” e iscriviti al corso dedicato.
Numerosi studi hanno evidenziato che la PEA è in grado di inibire l’azione dell’enzima FAAH, il quale metabolizza gli endocannabinoidi. Grazie a quest’azione promuove la disponibilità dell’anandamide, aumentando l’effetto antinfiammatorio e analgesico.
Per essere più precisi, la PEA è un falso substrato di FAAH: in presenza della PEA, l’enzima degrada maggiormente questa molecola invece degli endocannabinoidi. Per questo motivo la PEA è un endocannabinoide indiretto, anche definito composto cannabimimetico, poiché ha un’azione indiretta sul sistema endocannabinoide.
La palmitoiletanolammide è anche coinvolta nei processi che causano prurito e dolore, sia neurogenico che neuropatico. Uno dei suoi campi di applicazione è la dermatologia, tramite la somministrazione topica di unguenti a base di PEA. In commercio si trova la crema Mymix, in grado di diminuire il prurito e l’infiammazione cutanea aumentando la remissione della dermatite atopica.
Tramite l’interazione con i recettori CB2, la PEA svolge un’azione analgesica determinante per la gestione del dolore. Si tratta di una molecola che non presenta particolari effetti collaterali se assunta nei dosaggi raccomandati (per gli adulti la dose giornaliera è 1200-1600 mg). Inoltre non interagisce con altri farmaci, per cui presenta un’alta sicurezza d’impiego.
La PEA è presente in numerosi integratori alimentari, pertanto non è un farmaco rimborsabile e ad oggi la terapia ha un costo elevato. A causa della scarsa conoscenza del Sistema Endocannabinoide da parte dei medici c’è il rischio di non sfruttare a pieno le potenzialità terapeutiche di questa molecola. Il risultato è che il paziente potrebbe non ottenere il massimo dell’efficacia dalla terapia con un’alta spesa.
L’obiettivo di Cannabiscienza è lavorare sulla formazione dei medici e professionisti sanitari, affinché queste conoscenze diventino sempre più diffuse per favorire l’accesso ai farmaci cannabinoidi.
Se vuoi approfondire ulteriormente questo argomento leggi l’articolo La PEA: un cannabinoide tutto italiano
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