Stagione 4, episodio 18
È il terpene più comune in natura, abbondante nelle resine delle conifere a cui conferisce il particolare odore balsamico. Le sue principali proprietà terapeutiche sono connesse al miglioramento della memoria e della concentrazione, con una spiccata azione antinfiammatoria e antiossidante. Esplica queste funzioni perché ha attività di inibitore dell’acetilcolinesterasi, l’enzima che degrada l’acetilcolina, un’importante neurotrasmettitore coinvolto in numerosi processi.
L’area del cervello deputata alla memoria, alla concentrazione e alla plasticità sinaptica è l’ippocampo. È stato dimostrato che il cervello è in grado di rigenerare alcune cellule nervose e connessioni sinaptiche tramite il fenomeno della neurogenesi.
Durante le nostre attività quotidiane, come ad esempio lavorare, studiare, leggere, praticare sport, questa zona è particolarmente attiva, per via del neurotrasmettitore acetilcolina. Il tono colinergico determina il corretto funzionamento del cervello nei processi collegati alla memoria e alla concentrazione.
Nelle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e la demenza senile, i livelli di acetilcolina si abbassano a tal punto da rendere difficile tutte quelle attività che coinvolgono la memoria. Una strategia per rialzare il tono colinergico è quella di intervenire sull’enzima che degrada l’acetilcolinesterasi, bloccando la sua attività e rendere più disponibile l’acetilcolina.
Un’altra area del cervello strettamente connessa all’ippocampo è l’amigdala, che ci permette di gestire le emozioni, come la rabbia e la paura. In patologie come l’Alzheimer non vi è solo una perdita di memoria, ma anche problemi legati alla sfera emotiva con aumento dell’aggressività e irascibilità.
L’amigdala e l’ippocampo sono sensibili allo stress ossidativo, causato dall’accumulo di radicali liberi, fenomeno che caratterizza tutte le patologie neurodegenerative. Con il passare degli anni i neuroni coinvolti in processi di stress ossidativo vanno incontro a morte, e la neurodegenerazione causa di conseguenza i deficit cognitivi, sintomo che caratterizza queste patologie.
L’azione dell’alfa pinene di inibitore dell’acetilcolinesterasi lo colloca come trattamento preventivo, per aumentare focus e memoria, e potenzialmente come cura per le demenze senili. Infatti diversi studi, sia preclinici che clinici, hanno determinato l’efficacia dell’alfa pinene paragonandolo a farmaci di elezione con attività simile.
Uno studio clinico condotto su umani affetti da Alzheimer alle prime fasi, ha dimostrato l’efficacia dell’olio essenziale ricco di alfa-pinene. I risultati sono stati interessanti, perché il trattamento ha prodotto miglioramenti sia sull’attenzione e la memoria che sugli aspetti legati all’umore, come la rabbia e l’aggressività. Anche in termini di prevenzione su soggetti sani, la somministrazione dell’olio essenziale ricco di alfa-pinene ha aumentato i livelli di attenzione e migliorato il tono dell’umore.
Inoltre è stata dimostrata l’azione antinfiammatoria del terpene su modelli animali di ischemia cerebrale, con un recupero totale del danno indotto in seguito alla somministrazione di alfa-pinene.
L’alfa-pinene può essere somministrato per via inalatoria (come ci insegnano i giapponesi con le passeggiate nel bosco di conifere) grazie alla sua caratteristica di essere molto volatile. Per lo stesso motivo non bisogna sottoporlo a fonti di calore altrimenti si degraderebbe facilmente. Può essere utilizzato per via topica aggiungendo gocce di olio essenziale in gel, creme e unguenti. Grazie alla buona biodisponibilità l’alfa-pinene può essere assunto per bocca, come molecola pura o un olio essenziale, sempre diluito in altri oli vegetali quali oliva, canapa o cocco.
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