Cannabis terapeutica in veterinaria

Intervista alla Dr.ssa Boncompagni: Cani, gatti e Cannabis Medica. L’esperienza veterinaria

L’utilizzo di Cannabis Terapeutica in medicina veterinaria sta diventando sempre più una realtà, come confermano le sempre maggiori pubblicazioni scientifiche sull’argomento e l’esperienza pratica dei medici veterinari.

In questo articolo, intervistiamo la dottoressa Chiara Boncompagni, medico veterinario esperto in comportamento animale della Federazione nazionale ordini veterinari italiani (FNOVI) e negli Interventi Assistiti dall’Animale (IAA), Etologa ed Istruttore Cinofilo.

INDICE

 Dottoressa Boncompagni, ci racconti in breve il suo percorso di studi e di lavoro

Certamente, con piacere. Ho iniziato i miei studi conseguendo la laurea in Medicina Veterinaria presso l’università degli Studi di Perugia, per poi proseguire con il master di II livello in medicina comportamentale con approccio cognitivo zoo-antropologico presso l’università di Parma. Ho voluto poi approfondire l’ambito riabilitativo comportamentale conseguendo i titoli di educatore ed istruttore cinofilo riabilitatore e coadiutore del cane negli Interventi Assistiti dall’Animale (IAA), parallelamente al titolo di Medico Veterinario Esperto negli IAA. Successivamente, ho conseguito la seconda laurea magistrale in etologia presso l’Università degli studi di Torino ed attualmente seguo una scuola triennale di medicine integrate. Ad oggi, mi occupo di medicina del comportamento, accompagnamento a fine vita e terapie palliative nell’animale.

Come si è avvicinata al mondo della cannabis terapeutica in veterinaria?

Ho deciso di avvicinarmi al mondo della Cannabis Terapeutica potendone osservare gli effetti benefici sull’uomo nelle terapie del dolore e nelle terapie di supporto per i disturbi d’ansia. Ho quindi iniziato ad utilizzarla per il supporto nelle terapie palliative nell’animale e, successivamente, in maniera bilanciata e strutturata, anche nei percorsi di riabilitazione comportamentale e nel supporto del paziente anziano.

Ha avuto modo di ampliare le sue conoscenze sulla cannabis ad uso veterinario durante il percorso universitario?

Purtroppo, durante i miei percorsi universitari la cannabis non era contemplata o se ne parlava in termini di tossicologia per il trattamento in caso di ingestioni accidentali.
Lo stigma sulla cannabis era ed è ancora molto forte in alcuni contesti. L’utilizzo della Cannabis Medica in medicina veterinaria è una realtà che si sta (ri)scoprendo e rivalutando solo relativamente da poco, nonostante io, ad esempio, ormai la utilizzo con costanza da circa sei anni.

Come ha scoperto Cannabiscienza? Ha avuto modo di seguire corsi o master con noi?

Ho avuto modo di scoprire Cannabiscienza tramite colleghi ed amici che già avevano frequentato corsi di formazione. Quest’anno, grazie alla borsa di studio Enecta, ho avuto modo anche io di frequentare il master di Cannabiscienza in medicina veterinaria. Davvero interessante e ben strutturato per comprendere meglio l’uso della Cannabis per cani e gatti ed approcciarsi con consapevolezza al suo utilizzo.

Mi diceva che ha avuto modo di utilizzare prodotti a base di cannabis o cannabinoidi nel suo lavoro da veterinaria. Per quale condizione, in particolare?

Certamente, utilizzo la cannabis ad uso veterinario e con enormi soddisfazioni da diversi anni ormai! 

Utilizzo sia prodotti a base di cannabidiolo (CBD)\cannabigerolo (CBG) o anche cannabinolo (CBN), che formulazioni studiate ad hoc per i miei pazienti con tetraidrocannabinolo (THC), estratto da diverse varietà, in formulazioni in olio, creme o resine.

Ogni paziente riceve la prescrizione di un prodotto cucito su misura, dopo attenta anamnesi, sulla base delle sue esigenze e difficoltà e gli obiettivi che ci proponiamo nello strutturare un progetto terapeutico e riabilitativo. Ho avuto modo di utilizzare la cannabis per terapie animali

  • per le sue proprietà analgesiche, 
  • per le proprietà ansiolitiche, 
  • nelle entero- e dermatopatie, 
  • nelle terapie palliative, 
  • contro le neoplasie, 
  • in caso di affezioni centrali, 
  • nei traumi,
  • come supporto sinergico alle terapie allopatiche.

Ci può descrivere un caso clinico in cui è stato utilizzata una terapia a base di cannabis su un animale da compagnia, ad esempio un cane?

Ne avrei moltissimi da descrivere, ma tra i più belli in termini di benessere dell’animale un mio paziente con compulsioni e autolesionismo, il quale era già in terapia con farmaci allopatici indicati da un collega, purtroppo senza successo. Con lui abbiamo potuto verificare con mano gli effetti di una valida terapia a base di cannabis ed oggi vive serenamente, con una riduzione di oltre l’80% della sintomatologia, ma potrei davvero citarne moltissimi. 

Un altro caro paziente è un cane, considerato spacciato dopo visita neurologica. Presenta atrofia cerebellare, idrocefalo con deficit cognitivo importantissimo: non riusciva a mangiare da solo, aveva crisi di dolore, non poteva relazionarsi con i proprietari. Ad oggi, a quasi un anno di terapia, vive sereno le sue giornate ed ogni giorno migliora!

E per quanto riguarda gli effetti della cannabis per i gatti?

Utilizzo la Cannabis Medica anche nei gatti e altri pazienti felini. Le risoluzioni per quanto riguarda le condizioni psicosomatiche, urinarie o gastrointestinali sono evidenti! 

Gli effetti migliori, però, li riscontro in quei soggetti per i quali seguo l’accompagnamento a fine vita, dove la somministrazione delle terapie diviene complicata. La cannabis nelle sue diverse formulazioni e preparazioni è davvero preziosa.

Da quanto da lei descritto, cannabis e cannabinoidi risultano un trattamento efficace. Ci sono stati dei casi in cui il trattamento con cannabis per cani e gatti non è risultato efficace? Se sì, come mai, secondo la sua opinione?

Personalmente ho potuto riscontrare, più che inefficacia, una ridotta efficacia rispetto alle aspettative. Le differenze da soggetto a soggetto sono d’altronde importanti e devono essere tenute in considerazione per il miglior approccio terapeutico al paziente.
In questi casi, spesso la condizione ha necessitato di una terapia o di un periodo terapeutico allopatico per supportare il paziente, ed è giusto se appunto diamo un valore terapeutico all’uso della cannabis. 

Più spesso, invece, purtroppo mi capitano proprietari di animali che di loro iniziativa hanno utilizzato preparati commerciali, sotto-dosati o di scarsa qualità che non funzionano a dovere e che hanno fatto perdere la fiducia nella possibilità terapeutica. È importante comprendere che la Cannabis Medica ha ottimi effetti, ma non è la panacea di ogni male e che il suo uso merita la valutazione di un medico competente che possa indicare la formulazione e la posologia migliore dopo un’accurata anamnesi.

Cosa si sentirebbe di consigliare ad un suo collega neolaureato che si avvicina al mondo della cannabis ad uso veterinario?

Studiare, studiare, studiare e provare! Demonizzare la Cannabis Medica o utilizzarla con superficialità sono due facce della stessa medaglia, che remano contro le buone pratiche e soprattutto la possibilità di avvalersi di uno strumento terapeutico importantissimo.

Dottoressa, la ringrazio per la sua disponibilità. Vuole aggiungere qualcosa per salutare i nostri lettori?

Aver avuto accesso negli ultimi anni alla possibilità di utilizzare finalmente la Cannabis Medica è uno straordinario esempio di medicina libera dai pregiudizi, ma la cattiva informazione è sempre in agguato. 

La cannabis può essere un ottimo alleato per noi e i nostri animali, è importante però trovare medici formati che possano accompagnarvi e seguirvi. In tal senso, se si vuole beneficiare al 100% di questo prodotto, è importante evitare l’automedicazione in condizioni complesse e che necessitino un adeguato supporto.

Allo stesso modo, vi invito però ad approcciare questa terapia con serenità e fiducia, lasciando da parte i pregiudizi su un fitoterapico così efficace che troppo spesso, ancora da molti, viene considerato dannoso o pericoloso. I nostri cani e gatti (e non solo) ce ne saranno grati. 

Spero, nel corso dei prossimi anni, di poter supportare molti altri animali con questa fantastica risorsa e di poter contribuire alla ricerca fornendo le prove di efficacia di questa terapia. 

Grazie dottoressa Boncompagni, la cannabis come terapia per animali è una risorsa e noi di Cannabiscienza la supportiamo, cercando di fornire un’informazione scientifica e puntuale sull’argomento.

Grazie a voi per il vostro impegno quotidiano nel nome della Cannabis Medica.

Autore
Fabio Turco
Neurogastrocannabinologo - Chimico Farmaceutico

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Master Cannabis Medica in Veterinaria

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