Stagione 4, episodio 10
In biologia si definisce stress, un’attività esterna al nostro organismo che viene percepita come una minaccia e attiva una serie di reazioni mirate a stimolare il sistema nervoso simpatico. In generale durante la giornata, in base alle proprie attività, si alternano fisiologicamente momenti in cui è attivo il sistema nervoso simpatico (come quando si lavora, si studia e si fa sport), a momenti in cui si attiva il sistema nervoso parasimpatico. Quest’ultimo è attivo ad esempio dopo aver mangiato o prima di andare a dormire.
In situazioni di pericolo, e relativo stress, viene istintivamente attivato il sistema simpatico, il quale mette l’organismo in condizione di maggior attenzione e prontezza fisica per rispondere allo stimolo stressogeno.
Il segnale neurochimico che innesca questa risposta è dato dal cortisolo. Questo glucorticoide è importante per numerosi processi, ed ha un picco fisiologico nelle prime ore del mattino per favorire il risveglio e l’inizio delle attività giornaliere.
I segnali biochimici innescati dal cortisolo hanno una durata nel tempo relativamente breve, poichè la produzione dell’ormone in risposta allo stress è circoscritta a quel preciso istante. Può accadere che eventi stressogeni siano prolungati nel tempo, provocando una cronicizzazione dello stato di stress (percepiti come una minaccia o paura). Per ulteriori approfondimenti sull’argomento segui il seminario di Neuro-Gastro-Cannabinologia >>
L’organismo cerca sempre di ripristinare lo stato di equilibrio, ovvero l’omeostasi, e lo fa servendosi del Sistema Endocannabinoide (SEC) responsabile anche della gestione della ipersecrezione dei glucocorticoidi. Tramite rilascio di endocannabinoidi, il SEC svolge un’azione di tampone per limitare la sovraproduzione di cortisolo. Se questo non avvenisse, una produzione di cortisolo prolungata può provocare infiammazioni e favorire l’insorgenza delle malattie. Il risultato dell’aumento dei livelli di endocannabinoidi è una diminuita espressione dei recettori CB1, come risposta protettiva del SEC che favorisce il ritorno all’omeostasi.
Gli eventi traumatici producono cambiamenti molto più profondi dello stress cronico. Infatti causano la metilazione del DNA (silenziamento dei geni) con una conseguente diminuzione dell’espressione dei recettori CB1. Questo processo genetico causa una modificazione prolungata nel tempo, che inevitabilmente provocherà l’insorgenza di malattie, come il dolore viscerale, e disturbi dell’umore (ansia e depressione).
È stato scoperto che una bassa produzione di endocannabinoidi sia responsabile dell’insorgenza di numerose malattie, come l’emicrania, la fibromialgia, il PTSD, l’Alzheimer, l’epilessia. Pur essendo patologie molto diverse tra di loro, sono tutte accomunate da una riduzione del tono endocannabinoide.
Alcune persone sono più soggette a tramutare lo stress in patologia, spesso di tipo psichiatrico. È stato scoperto che questo cambiamento avviene perché vi è un’iper connessione tra due aree cerebrali, l’amigdala (il centro delle emozioni) e la corteccia prefrontale (area deputata alla pianificazione, programmazione delle attività e delle decisioni da prendere).
Cerchiamo di spiegare il meccanismo: lo stress provoca un abbassamento di Anandamide nell’amigdala, con conseguente sensazione negativa e di paura. Questa riduzione del tono endocannabinoide provocata dallo stress, produce una disinibizione delle vie eccitatorie (neurotrasmissione glutammatergica) che connettono l’amigadala alla corteccia. Questo segnale disregolato provoca nella psiche una identificazione del senso di paura e di negatività. La capacità decisionale che ne deriva è compromessa, pertanto non si cercherà più di allontanare lo stato di paura provocato dall’evento stressogeno. Questo meccanismo innesca un circolo vizioso che è alla base della trasformazione dello stress in possibile patologia psichiatrica.
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