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Le differenze tra Cannabis Sativa e Indica: superare i pregiudizi botanici per comprendere gli effetti medici

Una domanda assilla spesso gli utilizzatori di cannabis, sia per scopi medici che ricreazionali: meglio la Cannabis Indica o la Sativa? Ma la vera domanda è: Cannabis Indica e Sativa sono davvero piante così diverse, o le differenze sono molto più sfumate?

Scopriamolo insieme in questo articolo, dove esploreremo le “differenze” tra la Cannabis Sativa e Indica dal punto di vista botanico, genetico e secondo la percezione dei consumatori.

INDICE

1. La pianta di cannabis e le sue varietà

La cannabis è una pianta angiosperma (con seme protetto da un frutto) appartenente alla famiglia delle Cannabacee. Attualmente, secondo una classificazione ormai universalmente accettata, il genere comprende un’unica specie, la Cannabis Sativa L (L sta per Linnaeus, lo studioso che per primo la classificò nel 1735). Esiste comunque una controversia filogenetica sul fatto che ci siano diverse varietà, classificate di solito come:

  • Cannabis Indica;
  • Cannabis Sativa;
  • Cannabis Ruderalis.

1.2 Cos’è la Cannabis Ruderalis?

La varietà di cannabisruderalis” si chiama così perchè gli studiosi la descrivono come un tipo di pianta che possiede caratteristiche infestanti. La cannabis ruderalis è riuscita a sopravvivere e adattarsi agli ambienti estremi, come quelli tipici dei climi settentrionali, sfuggendo alla coltivazione umana. Il nome “ruderalis” deriva dal latino “rudus”, che significa “rudere” o “maceria”, a indicare la capacità di crescere in terreni degradati o abbandonati. Attualmente, questo tipo di piante è molto utilizzato per creare ibridi dalle caratteristiche “autofiorenti”. In questo articolo tralasceremo la Cannabis Ruderalis e ci concentreremo sulle (eventuali) differenze tra Indica e Sativa.

2. Cannabis Sativa vs Indica: le differenze botaniche

La Cannabis Sativa e la Cannabis Indica presentano alcune differenze dal punto di vista botanico

La Cannabis Sativa è generalmente caratterizzata da:

  • piante alte e sottili;
  • foglie sottili e strette;
  • un periodo di fioritura più lungo.

 Al contrario, la Cannabis Indica tende ad essere:

  • più bassa e più robusta;
  • con foglie più larghe;
  • con un periodo di fioritura più breve. 

Queste caratteristiche botaniche sono state tradizionalmente utilizzate per distinguere le due varietà di cannabis. Tuttavia, è importante notare che l’aspetto e le caratteristiche botaniche delle piante di cannabis possono variare notevolmente a causa di diversi fattori, come:

  • il terreno;
  • il clima; 
  • le tecniche di coltivazione.

 Pertanto, le distinzioni tra Cannabis Sativa e Indica possono spesso sfumare e le piante possono mostrare caratteristiche intermedie.

3. Cannabis Sativa vs Indica: le differenze genetiche

La ricerca afferma che geneticamente è impossibile dimostrare se una pianta di cannabis sia Indica o Sativa. Non ci sono differenze nei geni e nessuna differenza che possa giustificare un diverso contenuto di cannabinoidi. Ciò che i vari studi mostrano principalmente è che non bisogna fare affidamento esclusivamente su queste distinzioni, ma bisogna considerare il profilo terpenico specifico di una determinata pianta di cannabis per determinarne le caratteristiche.

Le differenze tra cannabis Indica e Sativa sono, in realtà, solo fenotipiche. Infatti, secondo varie ricerche, tra cui uno studio condotto dall’Università di Dalhousie in Canada e dall’Università di Wageningen in Olanda, i termini Indica e Sativa spesso non corrispondono alla composizione genetica e chimica effettiva delle piante di cannabis. [1] 

Gli studiosi hanno analizzato centinaia di campioni di cannabis e hanno scoperto che la denominazione Indica e Sativa è un’etichetta che spesso non riflette la reale composizione genetica e il contenuto in principi attivi della pianta.

4. Le differenze tra la Cannabis Sativa e Indica sotto il profilo terpenico

La ricerca scientifica suggerisce che invece di basarsi semplicemente sulle etichette Indica e Sativa, i consumatori, i pazienti e gli operatori sanitari dovrebbero considerare il profilo terpenico specifico di una varietà di cannabis per valutarne gli effetti e le potenziali applicazioni mediche. I terpeni, composti aromatici presenti in grande quantità e varietà nella cannabis, sono responsabili degli aromi distintivi della cannabis e possono contribuire agli effetti psicoattivi e alle proprietà medicinali.  Probabilmente, proprio dal differente profilo terpenico nasce la differenza (botanica e fenotipica) tra Indica e Sativa

  • la cannabis etichettata come Sativa spesso contiene concentrazioni più elevate di singoli terpeni con aromi simili al limone o pino; 
  • quella etichettata come Indica può invece avere profili terpenici più ricchi di mircene.

4.1 Quali sono gli effetti della Cannabis Indica e Sativa

In generale, se si cerca un effetto energizzante e stimolante, potrebbe essere utile cercare la varietà Sativa con terpeni che hanno un aroma agrumato o pungente, come il limonene o il pinene. Al contrario, se si desidera un effetto rilassante e calmante, potrebbe essere preferibile optare per varietà etichettata come Indica con terpeni che hanno un aroma più dolce o floreale e un effetto maggiormente sedativo, come il mircene o il linalolo.

È importante comunque sottolineare che gli effetti della cannabis possono variare notevolmente da individuo a individuo e dipendono da molti fattori, tra cui:

 Anche per questo motivo, parlare di differenze tra Cannabis Indica e Sativa ha poco senso. Tuttavia, poiché i consumatori acquistano, i dispensari (dove è legale) o le farmacie vendono e i coltivatori coltivano le piante secondo il paradigma che esistono queste due specie, la distinzione continua ad essere in uso, soprattutto per quanto riguarda il mercato ricreativo e, in alcuni casi, è utilizzata anche in campo medico-scientifico.

5. Cosa ne pensano i consumatori delle differenze  di Cannabis Terapeutica Indica e Sativa?

Come precedentemente sottolineato, la distinzione tra Cannabis Sativa e Indica è ancora molto utilizzata, soprattutto a livello commerciale. Ciò anche per quanto riguarda l’utilizzo terapeutico della cannabis. Ad esempio, uno dei maggiori produttori europei di Cannabis Medica, l’azienda olandese Bedrocan, utilizza nell’etichettatura delle proprie varietà i termini Indica o Sativa, benché siano consapevoli che questa differenza non abbia molto di scientifico, come mostrato in questo articolo. Di conseguenza, gli utilizzatori si trovano a consumare cannabis etichettata come Sativa o Indica.

Ciò che è interessante è che, dal punto di vista di un consumatore, le due varietà producono effetti differenti. Ad esempio, i risultati di un sondaggio pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine, indicano che gli utilizzatori di Cannabis Medica notano delle differenze tra Cannabis Sativa e Indica, per quanto riguarda il trattamento di diverse condizioni e sintomi. [2]  Come riportato, la maggior parte dei partecipanti ha riferito che la Cannabis Indica è più efficace per il trattamento del dolore, dell’ insonnia e dell’ansia, mentre la Cannabis Sativa è più efficace per il trattamento della depressione e della nausea. Questi risultati devono essere interpretati con cautela a causa delle limitazioni del sondaggio, come la mancanza di randomizzazione dei partecipanti e la valutazione soggettiva degli effetti della cannabis. Tuttavia, questo studio è indicativo su come, a torto o a ragione, le differenze tra Cannabis Indica e Sativa siano percepite dagli utilizzatori.

6. Le conclusioni: questione di chimica!

Molte persone credono che la Cannabis Sativa produca effetti più stimolanti e la Cannabis Indica effetti più sedativima la realtà è molto più complessa. Gli effetti della cannabis dipendono principalmente dalla sua composizione chimica, inclusi i livelli di cannabinoidi e terpeni presenti nella pianta. La composizione chimica, determinata geneticamente ma influenzata dall’ambiente esterno, della cannabis può variare notevolmente tra diverse varietà e colture, indipendentemente dalla classificazione botanica della Cannabis Sativa o Indica. Inoltre, a livello genetico queste due piante non presentano differenze che le rendono distinguibili. Pertanto, basarsi esclusivamente su queste distinzioni botaniche per prevedere gli effetti della cannabis sarebbe riduttivo.

La pianta di cannabis è classificata scientificamente come un’unica varietà, la Cannabis Sativa L. Le differenze tra Cannabis Indica e Sativa -che pure esistono a livello fenotipico e sono percepite dagli utilizzatori- risiedono piuttosto in un differente profilo terpenico che, grazie all’effetto entourage, modifica quella che potrebbe essere l’azione esercitata dai fitocannabinoidi presenti nella cannabis. 

In definitiva, la tradizionale distinzione tra cannabis Indica e Sativa basata sulla classificazione botanica non è un riflesso preciso delle differenze genetiche e chimiche tra le piante. Per comprendere al meglio gli effetti e le applicazioni mediche della cannabis, è consigliabile prendere in considerazione il profilo terpenico specifico di una varietà. Questo aspetto, fondamentalmente, determina le differenze di gusto ed effetto tra le varie varietà di cannabis, anche se potrebbero presentare un profilo di contenuto di cannabinoidi simile.

Referenze

  1. Sophie Watts, Michel McElroy, Zoë Migicovsky, Hugo Maassen, Robin van Velzen & Sean Myles.
    Cannabis labelling is associated with genetic variation in terpene synthase genes.
    Nature Plants volume 7, pages 1330–1334 (2021).[]
  2. Daniel D Pearce, Katherine Mitsouras, Kristopher J Irizarry.
    Discriminating the effects of Cannabis sativa and Cannabis indica: a web survey of medical cannabis users.
    J Altern Complement Med. 2014 Oct;20(10):787-91.[]

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Autore
Fabio Turco
Neurogastrocannabinologo - Chimico Farmaceutico

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