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La fine del CBD in Italia?

1. Il podcast: La fine del CBD in Italia?

Stagione 3, episodio 9

Ne parla oggi Viola Brugnatelli, direttrice scientifica di Cannabiscienza, insieme a Marco Ternelli, farmacista e docente presso la Cannabiscienza Academy.

2. L’industria della Cannabis Sativa in Italia

La Cannabis Sativa L. è tra le piante più versatili che ci siano, da cui è possibili creare prodotti per diversi settori e industrie. La legge agricola 242/2016 aveva l’obiettivo di incentivare e sviluppare la filiera della canapa (nome comune riferito agli usi industriali della cannabis), e veder nascere sul territorio tante aziende specializzate.

Il settore tessile è tra i più promettenti, vista la grande tradizione italiana nella lavorazione di tessuti, e l’ottima qualità della fibra di canapa. Purtroppo ad oggi, solo pochissime aziende hanno investito in questa direzione.

Un altro importante reparto che può essere sostenuto dagli scarti della canapa è la bioedilizia. Anche in questo caso, poche aziende edili e professionisti di settore hanno lavorato sullo sviluppo e la ricerca di nuovi materiali e tecniche di costruzione.

Il settore alimentare stenta a partire: il seme e i suoi derivati, come olio, farina e prodotti da forno, sono degli alimenti ricchi di proprietà nutraceutiche ancora poco conosciute e diffuse tra i consumatori. Le imprese agricole che lavorano in questo reparto sono poche e hanno difficoltà ad entrare nel mercato per via della concorrenza spietata delle grosse aziende estere. Se vuoi approfondire le conoscenze sulla cannabis e l’alimentazione visita l’offerta formativa del Master.

3. Il mercato più interessante

Vi starete chiedendo, in quale direzione si è sviluppato il settore della canapa in Italia? Ovviamente in quello più remunerativo, ovvero nella produzione di infiorescenze a basso contenuto di THC, compreso tra lo 0,2% e lo 0,6%. La caratteristica principale di questo prodotto è che è ricco di CBD, intorno al 10-15%, e terpeni che conferiscono alle infiorescenze odore e sapore. Puoi approfondire la scienza delle varietà di cannabis leggendo questo articolo sulla metabolomica>>
A partire dalle infiorescenze della cosiddetta cannabis light, si è sviluppato il settore dell’estrazione di CBD per la produzione di oli, resine, capsule, ed altri preparati.

4. La produzione di CBD

In questo spaccato è intervenuto, solo per un breve momento, il Ministero della Salute con il decreto del 15 Ottobre 2020 che ha fatto vacillare l’intero settore. Infatti è stata emessa una circolare, subito ritirata, che considerava il cannabidiolo (CBD) estratto dalla pianta per le composizioni medicinali ad uso orale (sia galeniche che industriali) uno stupefacente.
Questo provvedimento era stato un tentativo di considerare il CBD come farmaco stupefacente, vincolato dalla prescrizione medica, alla stregua dell’Epidiolex. Quest’ultimo infatti è un farmaco prodotto e commercializzato dalla GW Pharmaceutical, composto da CBD estratto dalla pianta.

5. Suggerimenti per lo sviluppo del settore

La circolare non citava in alcun modo le composizioni contenenti CBD naturale non ad uso orale. Questo vuol dire che non sarebbero considerati stupefacenti, tutti quei prodotti ad uso topico locale come creme e lozioni, cerotti, supposte, ecc. Inoltre l’infiorescenza di cannabis è un vero e proprio bioreattore, che sintetizza centinaia di molecole diverse. Unendo le conoscenze biochimiche della pianta, della farmacologia e delle tecniche agronomiche è possibile sviluppare nuove varietà e prodotti dal profilo terapeutico interessante.

È quanto sta accadendo per la coltivazione ed estrazione del CBG, cannabinoide sempre più studiato per le sue proprietà terapeutiche. Ma vi sono numerosi cannabinoidi cosiddetti minori da ricercare ed estrarre, insieme a terpeni, flavonoidi. Se vuoi saperne di più sugli effetti dei terpeni sull’organismo, segui il seminario “I terpeni della cannabis: gli effetti sull’organismo”.[/vc_column_text][vc_empty_space][rcblock id=”18153″][vc_empty_space][vc_column_text]L’auspicio è che la differenziazione e la specializzazione delle imprese possano essere elementi essenziali affinché il settore della cannabis italiano si sviluppi solidamente, con una visione orientata al futuro e non solo al business.

Viola Brugnatelli
Direttrice scientifica di Cannabiscienza e ricercatrice in neuroscienze presso l’Università degli Studi di Padova

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