Alessia Benini è una tecnologa alimentare laureata all’Università degli studi di Urbino Carlo Bo e specializzata in alimentazione presso l’Università degli studi di Firenze, con conseguimento del titolo nel febbraio 2023.
Da sempre appassionata del mondo vegetale, ha deciso di improntare i suoi studi e ricerche sulla pianta di Cannabis Sativa L.
Focalizzata sulle tecniche estrattive dei prodotti e sul loro potenziale nutraceutico all’interno della dieta, ha personalmente ampliato le proprie conoscenze sulle possibilità di introdurre alimenti derivati da cannabis nella dieta occidentale e sulle relative potenzialità in termini di salute e benessere dell’individuo.
In questo articolo, Alessia presenta una revisione sulle tecniche estrattive dell’ olio di semi di canapa per uso alimentare. In particolare, si focalizza sulla scelta di tecniche “green” rispetto a quelle tradizionali.
La cannabis è stata utilizzata per scopi terapeutici da millenni e ora la scienza sta confermando i suoi benefici per il trattamento di una vasta gamma di patologie, come dolore cronico, epilessia, disturbi del sonno e molto altro. In Italia, la Cannabis Medica è stata legalizzata da un decennio, tuttavia esistono differenti modalità di prescrizione, erogazione e rimborso tra le varie Regioni italiane. In questo articolo, sono riassunti: benefici della Cannabis Medica ad uso terapeutico, la prescrizione e la legislazione italiana, nonché le opportunità di studio per approfondire questo argomento offerte dai Master e dai Corsi di Cannabiscienza.
In questo articolo intervistiamo il dottor Rodrigo Zamith Cunha, medico veterinario laureato presso l’Università Federale Rurale di Rio de Janeiro (Brasile), con un background internazionale. Attualmente, si occupa di ricerca in tema Cannabis Medica ed endocannabinoidi presso l’Università di Bologna, dove sviluppa nuovi metodi per tracciare e mappare il sistema endocannabinoide delle specie veterinarie, al fine di valutare e identificare possibili bersagli terapeutici.
È possibile migliorare la produzione di latte ed avere animali sani e produttivi senza ricorrere all’utilizzo di farmaci? Partendo da questa domanda, il dr Ruggero Amato dell’Università Federico II di Napoli, ha portato avanti un progetto di ricerca dai risvolti interessanti nell’ambito della zootenica.
Circa 150 cannabinoidi, più di 500 composti ad attività farmacologica e non è ancora finita.
La cannabis riesce ancora a stupire la comunità scientifica per la quantità di nuovi composti che vengono di volta in volta identificati.
I protagonisti di questa nuova scoperta sono un gruppo di ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Gli stessi che avevano identificato, qualche anno fa, due nuovi cannabinoidi analoghi del tetraidrocannabinolo (THC).
Questa volta, il gruppo di ricerca ha identificato due composti non cannabinoidi, di solito non presenti nelle piante -l’acido chinurenico e la L-chinureina-, prodotti del metabolismo triptofano, che possiedono delle interessanti proprietà neuromodulatrici e non solo.
La cannabis è una vera e propria “officina farmaceutica”. Oltre a terpeni, flavonoidi e polifenoli, tipici del mondo vegetale, la pianta produce dei componenti specifici: i cannabinoidi, o più propriamente, i fitocannabinoidi.
Il più famoso tra questi -e quello presente in maggior quantità- è sicuramente il delta-9-Tetraidrocannabinolo, conosciuto semplicemente come THC.
Ci sono poi una serie di fitocannabinoidi “minori”. Tra questi troviamo il delta-8-THC e il delta-10-THC, analoghi del più famoso delta-9, ma con differenti proprietà farmacologiche. Andiamo a scoprirle insieme.
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