Cannabis terapeutica Campania: rimborsabilità e prescrizione

La Campania dal 2016 ha legiferato in materia di prescrivibilità e rimborsabilità di preparati a base di cannabinoidi. Nelle intenzioni della legge, questa Regione avrebbe dovuto avere una delle legislazioni in materia più avanzate d’Italia, tuttavia i decreti attuativi in parte hanno disatteso le aspettative. Ciò premesso, la Campania è una delle regioni dove si hanno meno restrizioni riguardo l’accesso alla Cannabis Terapeutica da parte dei pazienti. Per  comprendere meglio la situazione della Cannabis Medicinale campana, abbiamo anche intervistato un protagonista sul campo: il dottor Marco De Rosa, dell’Università Federico II di Napoli.

INDICE

1. I MEDICI CHE POSSONO PRESCRIVERE LA CANNABIS TERAPEUTICA IN CAMPANIA

La Regione Campania, con la legge regionale 8 agosto 2016, n. 27, “riconosce ad ogni cittadino il diritto di ricevere cure, nel rispetto dei principi di appropriatezza e qualità, utilizzando medicinali e preparazioni farmaceutiche a base di Cannabis e di principi attivi cannabinoidiin considerazione delle evidenze scientifiche a sostegno della efficacia delle cure stesse e ne disciplina l’accesso”.

Secondo questa legge, i medicinali cannabinoidi possono essere prescritti dal medico specialista del servizio sanitario regionale (SSR) indipendentemente dalla propria specializzazione, dal medico di medicina generale e dal pediatra di libera scelta, sulla base del piano terapeutico redatto dal medico specialista su apposito modello.

Quindi, per ottenere Cannabis Terapeutica bisogna effettuare innanzitutto una visita da uno specialista, il quale, in base alle evidenze scientifiche disponibili, redige un piano terapeutico necessario per la prescrizione.

Il piano terapeutico può essere redatto anche dal medico di medicina generale e dal pediatra, fatti salvi i principi della autonomia e responsabilità del medico nella scelta terapeutica e dell’evidenza scientifica.

2. QUANDO E A CHI È PRESCRIVIBILE LA CANNABIS IN CAMPANIA?

In Campania la Cannabis Terapeutica può essere prescritta a qualsiasi cittadino residente in regione, per qualsiasi patologia esista della letteratura scientifica che ne supporti l’utilizzo.

Anche in Campania, come nel resto d’Italia, la Cannabis non può però essere prescritta come trattamento di prima scelta, ma solo come terapia aggiuntiva o sostitutiva. Sarà compito del medico prescrittore valutare, in scienza e coscienza, l’adeguatezza di una terapia a base di farmaci cannabinoidi, per una data patologia.

 Per un approfondimento sulle patologie trattabili con Cannabis Terapeutica e derivati, puoi consultare l’articolo Quali patologie traggono beneficio dalla Cannabis Medica? o la sezione Patologie Trattabili di Cannabiscienza.

3. PATOLOGIE RIMBORSABILI DAL SSR

Con la legge regionale 8 agosto 2016, n. 27, veniva sancita la possibilità che le prescrizioni di medicinali cannabinoidi potessero essere a carico del SSR per tutte le patologie per le quali esistesse documentazione scientifica.

I due decreti attuativi di tale legge, il Decreto dirigenziale n. 123 del 21.05.2019, parzialmente modificato dal Decreto n. 158 del 12/06/2019, hanno mutato questa impostazione.

Viene infatti specificato che le patologie a carico del SSR sono solo quelle individuate dal Decreto del Ministero della Salute del 9 novembre 2015, ovvero:

  • l’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali;
  • l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici oppure oppioidi sia rivelato inefficace);
  • l’effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali;
  • l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard;
  • l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali;
  • la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard.

Secondo quando stabilito dai decreti attuativi, la Regione Campania valuterà in futuro la possibilità di estendere il rimborso a carico del SSR anche per altre patologie.

Per maggiori informazioni sulla rimborsabilità della Cannabis Terapeutica nelle altre regioni, puoi consultare l’articolo Cannabis Medica e rimborsabilità regione per regione o la sezione Modalità di assunzione e leggi di Cannabiscienza.   

4. LE VARIETÀ DI CANNABIS TERAPEUTICA E LE FORME FARMACEUTICHE PRESCRIVIBILI A CARICO DEL SSR

In Campania sono mutuabili tutte le varietà attualmente disponibili sul mercato italiano, che sono:

Anche il Sativex, farmaco il cui principio attivo è una preparazione vegetale costituita da una miscela di cannabidiolo (CBD) e tetraidrocannabinolo (THC), è rimborsato dal SSR. Trattandosi di un “farmaco sottoposto a monitoraggio” la prescrizione rimane esclusivamente realizzabile tramite la piattaforma web predisposta dall’AIFA, sulla quale occorre che gli specialisti registrino i propri dati e quelli dei pazienti, per permettere la sorveglianza post marketing a tutela della salute dei cittadini.

Le forme farmaceutiche prescrivibili sono:

  • cartine per decotto
  • cartine per vaporizzazione
  • buste filtro
  • gli estratti (olio e resina) possono anche essere rimborsati, però in questo caso “la titolazione del/i principio/i attivo/i deve essere effettuata per ciascuna preparazione magistrale con metodologie sensibili e specifiche quali la cromatografia liquida o gassosa accoppiate alla spettrometria di massa ovvero il metodo di estrazione deve essere autorizzato ai sensi della normativa vigente”.

5. COME AVVIENE L’EROGAZIONE DI CANNABIS RIMBORSABILE IN CAMPANIA?

Secondo quanto riportato nella legge regionale, sono due le modalità di erogazione di preparati a base di cannabinoidi nella regione Campania:

1) in regime di ricovero in strutture pubbliche o in strutture private ad esse assimilabili accreditate, dotate del servizio di farmacia e del farmacista. Le predette strutture attivano, nel rispetto della normativa vigente nazionale, le procedure relative all’acquisto delle sostanze medicinali e all’allestimento dei preparati magistrali per il trattamento dei pazienti, sia in ambito ospedaliero che alla dimissione, anche in regime di day hospital e ambulatoriale; al fine di garantire la continuità della cura dopo la dimissione del paziente, le stesse strutture, se impossibilitate nell’immediato, incaricano le farmacie pubbliche e private convenzionate, inserite nell’elenco istituito dalla Giunta regionale con apposito provvedimento, su presentazione della ricetta del SSR, sia all’allestimento dei preparati galenici magistrali che alla dispensazione dei medicinali cannabinoidi;

2) in ambito domiciliare; in tal caso la fornitura del farmaco cannabinoide e le preparazioni galeniche magistrali a base di cannabis che comportano la ripartizione della sostanza attiva in dose e forma di medicamento, è garantita dalle farmacie pubbliche e private convenzionate, inserite nell’elenco di cui sopra, su presentazione della ricetta del SSR, redatta dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, previa presentazione del piano terapeutico.

6. MODALITÀ DI PRESCRIZIONE DELLA CANNABIS TERAPEUTICA IN CAMPANIA

Come detto, per ottenere Cannabis Terapeutica in Campania è necessario rivolgersi ad un medico di medicina generale o ad un pediatra di libera scelta che, sulla base di un piano terapeutico stilato da uno specialista, provvederà alla prescrizione. Quindi, in Campania, per prescrivere Cannabis, un medico:

  • prima della compilazione di ciascuna ricetta, deve ottenere il consenso informato dal paziente per la terapia con preparati magistrali a base di Cannabis;
  • deve compilare il Modello Unico di Prescrizione (M.U.P.) su piattaforma elettronica appositamente predisposta, consegnando una copia al paziente.
  • compila la ricetta di tipo non ripetibile (RNR) su ricettario bianco secondo i dettami della Legge 94/98.
  • previa registrazione su piattaforma web dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) “PROGETTO PILOTA STATALE PER LA CANNABIS AD USO MEDICO”, è tenuto alla compilazione della scheda informatizzata raccolta dati dell’istituto superiore di sanità.

L’efficacia e la tollerabilità del trattamento con preparati magistrali a base di Cannabis nel paziente saranno valutate dal medico prescrittore. Detta valutazione è propedeutica al rinnovo della prescrizione del preparato magistrale stesso.

Il paziente in cura può rivolgersi per la spedizione di ricette a base di cannabis alle farmacie pubbliche e private convenzionate presenti su tutto il territorio regionale.

Il farmacista invece:

  • prende in carico la preparazione previa verifica dei formalismi propri della ricetta: controllo dell’attivazione del relativo Modello Unico di Prescrizione (M.U.P.) compilato su piattaforma elettronica; verifica della possibilità di allestimento del preparato magistrale all’interno del proprio laboratorio galenico.
  • allestisce in laboratorio la preparazione magistrale a base di Cannabis ripartendo la sostanza attiva in dose e forma di medicamento in base alla posologia e alla via di somministrazione indicate dal medico nella ricetta, nel rispetto delle Norme di Buona Preparazione della Farmacopea Ufficiale.
  • consegna all’assistito e/o suo delegato: la preparazione magistrale; la copia della ricetta timbrata e firmata (al fine della dimostrazione della liceità del possesso della preparazione magistrale a base di Cannabis); copia del certificato di titolazione (per le soluzioni estrattive).

7. CANNABIS TERAPEUTICA IN CAMPANIA: INTERVISTA AD UN MEDICO PRESCRITTORE

Nell’agosto del 2016, quando la Giunta regionale campana ha varato la legge che norma l’accesso ai medicinali e alle preparazioni farmaceutiche a base di Cannabis e di principi attivi cannabinoidi, sembrava di essere di fronte ad una vera svolta. La legge prevedeva la prescrizione di Cannabis e derivati per qualsiasi patologia esistesse una valida documentazione scientifica; inoltre, secondo quanto scritto, “la spesa per le cure con medicinali cannabinoidi è posta a carico del SSR, secondo le modalità di cui alla presente legge, anche quando la terapia avviene in ambito domiciliare”.

Dunque Cannabis rimborsabile per qualsiasi patologia documentabile. Tuttavia, i decreti attuativi hanno smorzato la portata di tale legge, riducendo la rimborsabilità alle sole patologie previste dal decreto del Ministero della Salute.

In Cannabiscienza abbiamo già approfondito quest’aspetto controverso della legge campana, in un articolo che potete trovare qui.

Luci ed ombre quindi per quanto riguarda la Cannabis Terapeutica in Campania. Per vederci più chiaro, noi di Cannabiscienza abbiamo fatto qualche domanda a chi opera direttamente sul campo e, in prima persona, prescrive Cannabis Terapeutica in Campania. Abbiamo infatti intervistato il dottor Marco De Rosa, medico chirurgo in formazione come anestesista rianimatore e terapie del dolore e palliative dell’università Federico II di Napoli e Medico del Portale FreeWeed.

  • Quando e come è iniziata la tua esperienza con la cannabis terapeutica?

La mia esperienza con la cannabis matura col tempo e con lo studio della medicina. La mia prima prescrizione in Campania l’ho fatta circa 4 mesi dopo la laurea in Medicina, ho dovuto capire bene la legge ed ho dovuto combattere anche col pregiudizio dei miei familiari. Il mio primo paziente fu un carabiniere, che una domenica fece più di 450 km per venire da me. All’epoca i medici prescrittori nel sud Italia si contavano sulle dita di una mano. Le soddisfazioni sono arrivate da subito, non sono mancate le delusioni. Purtroppo dopo circa 70 anni di proibizionismo che ha provato a screditare questa pianta, si è creata una inutile e dispendiosa lotta che ha generato molta disinformazione. Ci sono molte persone disperate che arrivano alle cure con questa pianta già a volte in stati terminali, sperando nel miracolo.

  • Quali sono le principali patologie per le quali prescrivi la cannabis terapeutica?

Qualsiasi patologia di origine psicosomatica, cioè quelle condizioni che la scienza medica ancora non riesce a riconoscere del tutto grazie alle tecnologie attuali, può avvalersi del suo utilizzo. Esempio perfetto è la fibromialgia, ma ce ne sono tante. Io in particolare, essendo in formazione come anestesista, mi occupo di dolore e questa pianta può essere molto utile nel ristabilire un equilibrio quando il principale problema è un dolore di tipo emotivo. Inoltre, ci sono molte condizioni croniche dove la Cannabis può fungere da adiuvante e migliorare l’outcome della terapia. Un esempio classico sono le condizioni cancerose. Ad oggi sappiamo che la cannabis ha un potere contro molti tipi di tumore, ma sicuramente non possiamo ancora dire che da sola può sconfiggere un tumore, però se assunta insieme alla terapia convenzionale, migliora di tanto gli effetti collaterali e il benessere del paziente. Ulteriori studi sono tutt’ora in corso e si scoprono sempre più cose con precisione.

  • Che riscontro hai dai tuoi pazienti quando gli proponi la cannabis come terapia?

La maggior parte dei miei pazienti arriva da me con l’idea già chiara di voler assumere cannabis. Ad oggi, per motivi contrattuali, non prescrivo direttamente ma cerco di smistare i miei pazienti a medici del SSN che possono prescrivere il piano terapeutico e quindi ottenerla gratuitamente. A tal proposito saluto il Dott. Sacca, neurologo preparatissimo dell’Università Federico II e soprattutto la Dottoressa Zampi, terapista del dolore e mia mentore, che da tempo si avvale di questo tipo di terapie all’interno all’ambulatorio del dolore dell’università Federico II, Ted II.

  • Come giudichi la situazione della Cannabis Medica in Campania?

Devo dire che come regione dal punto di vista legislativo siamo all’avanguardia sul discorso terapeutico. Diventa giorno dopo giorno più facile incontrare medici preparati e pronti a prescrivere cannabis, coscienti del potenziale di questo tipo di terapie.

  • Cosa miglioreresti dell’attuale legislazione sulla Cannabis?

Una cosa che sicuramente cambierei  è la forma dei preparati in bustine, perché attualmente la legge costringe i colleghi farmacisti a tritare il prodotto. Pessima scelta, perché si perde molta qualità. Penso e credo nel potere terapeutico ma credo e sostengo anche la legalizzazione per vari motivi, primo tra tutti l’ipocrisia che si cela dietro la messa al bando di questa pianta ha reso possibile l’arricchimento di cosche mafiose e continua a finanziare mafie e terrorismi in tutto il mondo. Se solo creassimo una legge che permettesse al consumatore di poterla produrre o di organizzarsi in club sociali, potremmo sottrarre tanti, anzi tantissimi fondi alle mafie. Inoltre, si ridurrebbe la quota carceraria attuale di circa il 40%, ciò significherebbe dimezzare in un attimo il numero di carcerati. Questo inoltre alleggerirebbe tantissimo il lavoro delle nostre forze dell’ordine, che potrebbe concentrarsi su altro. In più, il gigantesco sforzo che negli ultimi 70 anni l’umanità ha compiuto nel combattere le droghe ha sortito un effetto paradosso, peggiorando di molto quella che in realtà all’epoca non era assolutamente un problema sociale come lo è oggi.

  • Cosa ti aspetti per il futuro?

Mi aspetto una rivoluzione silenziosa, piano piano i medici si stanno accorgendo sempre più del potenziale di questa sostanza. Penso che sarà sempre più comune conoscere qualcuno che ha utilizzato o utilizza la cannabis con fine terapeutico. Questo finalmente aprirà all’interno della società la consapevolezza che esistono varie strade per raggiungere la cosiddetta “felicità” e che anche sostanze che la natura ha messo a disposizione per noi possono essere un catalizzatore verso nuovi stati più consapevoli dell’essere. Questo supporta un nuovo tipo di medicina che non si limita a separare il corpo dalla mente, ma affronta ogni individuo nella sua interezza. Sarà una rivoluzione al pari dell’antibiotico-terapia, che ha portato la popolazione da 1 a poco meno di 8 miliardi di persone in poco più di 100 anni. Io non penso che lo sdoganamento di questo tipo di terapie farà crescere ulteriormente la popolazione mondiale ma sono sicuro che benessere e felicità avranno un nuovo ruolo di riguardo tra gli obiettivi della medicina.

Nel ringraziare il dottor De Rosa, noi di Cannabiscienza ci uniamo al suo appello: che la rivoluzione della Cannabis Terapeutica continui il suo percorso.

8. RIFERIMENTI NORMATIVI

Autore
Fabio Turco
Neurogastrocannabinologo - Chimico Farmaceutico

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Master Cannabis Medica e Applicazioni Cliniche

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