Cannabis: fa ingrassare o dimagrire?

1. Il podcast “Cannabis: fa ingrassare o dimagrire?

2. La cannabis stimola l’appetito

Uno degli effetti più diffusi tra i consumatori di cannabis è l’aumento dell’appetito, nota come “fame chimica” o munchies. Le ricerche condotte sul Sistema Endocannabinoide alla fine degli anni ’90 hanno chiarito, in parte, il meccanismo di stimolazione dell’appetito causato dai cannabinoidi. Il THC e il CBN (cannabinolo) sono in grado di aumentare l’appetito perché attivano il recettore CB1. Tramite questa interazione recettoriale vengono attivate due vie fisiologiche: la stimolazione dei centri della fame omeostatica (bilancio energetico) e della fame edonistica, ovvero il piacere del cibo.

 

3. Fame omeostatica

Il Sistema Endocannabinoide agisce sui centri della fame che ci consentono di sopravvivere, regolati dal sistema grelina/leptina. Questi due ormoni vengono prodotti rispettivamente dallo stomaco e dalle cellule adipose, in risposta alle esigenze metaboliche dell’organismo. Una volta in circolo, raggiungono l’ipotalamo e svolgono le loro funzioni: la grelina è in grado di stimolare l’appetito, mentre la leptina induce sazietà. L’attivazione dei recettori CB1 nel sistema Gastrointestinale (GI) produce un aumento del rilascio di grelina nello stomaco, aumentando così il senso della fame.

 

4. Il piacere del cibo

All’istinto di sopravvivenza dell’uomo si aggiunge anche il piacere per il cibo. Infatti il sistema endocannabinoide regola molti dei nostri istinti, inclusi i gusti verso determinati cibi. È stato scoperto che la stimolazione dei recettori CB1 promuove l’assimilazione calorica amplificando il piacere del cibo. In altri termini, dopo aver assunto cannabis, nel nostro cervello si attivano una serie di cambiamenti biochimici che ci fanno ricordare quanto stiamo bene quando mangiamo, portandoci a non aspettare fino al prossimo pasto e riducendo l’attesa con uno snack.

 

5. Aumento della percezione olfattiva

Un altro meccanismo d’azione è stato svelato dal gruppo di ricerca del Prof. Giovanni Marsicano. I ricercatori hanno somministrato THC a dei topi e hanno osservato che questi mangiavano di più ed avevano una maggiore sensibilità agli odori. Per verificare questo meccanismo, sono stati usati topi modificati geneticamente, in cui il recettore CB1 presente nei neuroni del bulbo olfattivo fosse inattivo. Su questi animali, pur somministrando THC, non vi era un aumento della fame. Infatti, una componente importante nel piacere che l’uomo prova verso il cibo è proprio l’odore che sprigiona, e questo segnale viene mediato dal sistema Endocannabinoide.

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6. Uso terapeutico

La stimolazione dell’appetito per uso terapeutico risulta efficace nella cachessia associata al cancro, all’AIDS e all’anoressia nervosa. Inoltre negli anziani la debilitazione provoca una diminuzione della percezione del sapore e dell’odorato. La terapia con cannabinoidi stimola l’appetito aumentando l’attrattiva verso il piacere del cibo, infatti questa applicazione è riconosciuta in diverse regioni italiane e approvata per il rimborso del farmaco.

In conclusione, è possibile affermare che l’aumento dell’appetito è provocato da somministrazioni acute di cannabis e non da un consumo cronico. Inoltre si ipotizza che il ruolo omeostatico del Sistema Endocannabinoide permetta di provocare gli effetti dell’aumento di appetito e peso principalmente negli individui sottopeso. Per approfondire ulteriormente l’argomento consigliamo di leggere l’articolo Il Sistema Endocannabinoide nel tratto Gastrointestinale

Viola Brugnatelli
Direttrice scientifica di Cannabiscienza e ricercatrice in neuroscienze presso l’Università degli Studi di Padova

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