1. ANTIBIOTICORESISTENZA: UNA MINACCIA PER LA SALUTE GLOBALE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è l’organo delle Nazioni Unite (ONU) che si occupa di monitorare lo “stato di salute” della sanità mondiale. Periodicamente, stila dei report in cui analizza la situazione sanitaria globale, ponendo l’attenzione su possibili rischi per la salute pubblica, come lo sviluppo di epidemie, siano esse neo-emergenti (dovute a patogeni sconosciuti) o ri-emergenti (causate da patogeni già noti).
Questi report hanno lo scopo di sensibilizzare i Governi mondiali sui possibili pericoli futuri, in modo da prendere le dovute precauzioni e non farsi trovare impreparati. Purtroppo, non sempre (anzi quasi mai) questi rapporti sono presi nella giusta considerazione. E’ il caso del resoconto annuale sulla preparazione globale alle emergenze sanitarie [1], datato settembre 2019, in cui si dice chiaramente che “Il mondo non è preparato per una pandemia patogena respiratoria rapida e virulenta”, come quella che stiamo affrontando in questi giorni.
Un’altra problematica sanitaria che l’OMS guarda ormai da anni con la massima attenzione, è quella dello sviluppo della resistenza agli antibiotici. Questo fenomeno, chiamato anche resistenza antimicrobica, fa si che una gamma sempre crescente di infezioni causate da batteri, parassiti, virus e funghi, non possa essere trattato con i farmaci attualmente disponibili. Sempre secondo l’OMS: “La resistenza antimicrobica si verifica quando i microrganismi (come batteri, funghi, virus e parassiti) cambiano quando sono esposti a farmaci antimicrobici (come antibiotici, antimicotici, antivirali, antimalarici e antielmintici). I microrganismi che sviluppano resistenza antimicrobica vengono talvolta definiti superbugs“. [2]
Contro questa minaccia globale, cresciuta negli ultimi anni come non mai, la Cannabis e i suoi costituenti –in primis i fitocannabinoidi, ma non solo- si sono rivelati degli strumenti potenzialmente molto utili. A questa conclusione sono giunti vari studi che, da ormai un decennio, hanno analizzato le proprietà antimicrobiche della Cannabis.
Per queste ragioni Cannabiscienza ha già pubblicato articoli a riguardo (come ad esempio sulle potenzialità antibiotiche del CBD). Continueremo a tenervi aggiornati sull’argomento.
2. CANNABIS E ANTIBIOTICORESISTENZA: IL POTENZIALE “NASCOSTO”
La diffusione rapida e globale di organismi resistenti agli antimicrobici negli ultimi anni è stata senza precedenti. Per questo l’OMS, in uno dei suoi report, ha pubblicato il primo elenco in assoluto [3]
di “patogeni prioritari” resistenti agli antibiotici, composto da 12 famiglie di batteri che rappresentano una grave minaccia per la salute umana. Tra questi, lo Staphylococcus aureus, un batterio GRAM-positivo, è uno dei più infettivi e causa di morbilità e mortalità in tutto il mondo.
Ad aggravare ancora di più la situazione, negli ultimi anni stiamo assistendo ad una rapida diffusione di una specie di Stafilococcus aureus resistente alla meticillina (methicillin- resistant S. aureus, o MRSA), resistente a tutti gli antibiotici β-lattamici noti, oltre che ad altri tipi di antibiotici.
Nel report dell’OMS, il 75% degli altri batteri resistenti è invece rappresentato dai GRAM-negativi, dei batteri già di per sé difficili da trattare con i farmaci, a causa della presenza di una parete cellulare (che non si ritrova nei GRAM-positivi) che rende l’attacco da parte di un farmaco molto complicato.
C’è un ulteriore dato da tenere in considerazione: tra gli antibiotici attualmente approvati per uso clinico, l’ultima scoperta di una nuova classe di farmaci risale a più di 30 anni fa. In questo quadro non proprio roseo, la Cannabis si fa strada come un’alternativa ai farmaci classici efficace e promettente, come dimostrato dallo studio pubblicato su ACS Infectious Diseases, che andremo ad analizzare.
Per prima cosa, i ricercatori coinvolti nello studio hanno iniziato a testare l’attività antibatterica di una varietà di cannabinoidi disponibili in commercio, tra cui i cinque principali fitocannabinoidi cannabicromene (CBC), cannabidiolo (CBD), cannabigerolo (CBG), cannabinolo (CBN) e tetraidrocannabinolo (THC), nonché una selezione dei loro precursori carbossilici (pre-cannabinoidi) e altri isomeri sintetici (18 molecole in totali, Figura 1) contro lo S. aureus resistente alla meticillina.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che tutti i composti posseggono una buona attività antibiotica, con i fitocannabinoidi in forma neutra più potenti dei loro precursori acidi (CBCA, THCA, ecc…) e dei loro derivati divarinici (CBDV, THCV, ecc…).
Poiché uno dei principali fattori di virulenza dello S. aureus è la capacità di formare un biofilm, che aumenta anche la resistenza agli antibiotici, i ricercatori hanno testato anche la capacità dei composti in esame di inibire la formazione di questo biofilm. I risultati sono stati in linea con i precedenti e il CBG si è rivelato il più potente nell’inibire la formazione del biofilm.
Il CBG si è rivelato anche il più efficace contro la formazione di popolazioni di MRSA dormienti, detti “persister”, responsabili della cronicizzazione e della recidività delle infezioni da S. aureus.
Figura 1: Struttura dei cannabinoidi analizzati nello studio