12 consigli sulla Cannabis Medica

1. Il podcast: 12 consigli sulla Cannabis Medica

2. L’anamnesi

Il processo di guarigione inizia quando il medico pone le prime domande al paziente. L’azione di ascoltare lo mette in stretto contatto con il paziente, il quale condivide il suo malessere e si predispone alla guarigione. La terapia con la cannabis può dare enormi risultati perché è possibile personalizzarla in base al paziente. Ciò è possibile grazie alle diverse varietà disponibili e alle numerose forme farmaceutiche prescrivibili.
Ma per raggiungere il dosaggio ideale, un buon medico non può limitarsi alla storia clinica del paziente. C’è molto di più, ad esempio informarsi sulle sue abitudini alimentari, sul suo stile di vita e i ritmi lavorativi nonché il ciclo sonno-veglia. Solo dopo aver ottenuto un quadro completo, sulla base della patologia da trattare, potrà accompagnare il proprio paziente in una terapia sicura ed efficace.

 

3. La farmacodinamica

La conoscenza dei meccanismi d’azione dei cannabinoidi e gli effetti biochimici che provocano sul nostro organismo, consente al medico di capire qual è la varietà di cannabis più adatta alla prescrizione. Infatti ogni cultivar possiede principi attivi in quantità e combinazioni differenti, che agiscono su sistemi recettoriali multipli. Sapere qual è il target recettoriale, ovvero il Sistema Endocannabinoide (SEC), è importante per massimizzare gli effetti terapeutici e allontanare gli effetti indesiderati.

 

4. La scelta della varietà

Alla conoscenza del SEC si affianca quella della pianta. Nella terapia con cannabis non si usa un singolo principio attivo, ma un fitocomplesso. Ecco perché per molti medici potrebbe essere difficile comprendere questa pratica clinica prettamente fitoterapica, ma dopo aver visto i risultati sui pazienti è impossibile non appassionarsi allo studio e alla ricerca sulla cannabis. Nelle farmacie italiane sono disponibili diverse varietà di cannabis, con caratteristiche terpeno-fenoliche distinte. Ciò consente ai medici di avere più armi a disposizione per trattare una vasta gamma di patologie. Ad esempio, la varietà Bedica, che è l’unica a dominanza indica, grazie ai suoi effetti sedativi e antidolorifici può risultare molto più efficace per trattare i disturbi del sonno, rispetto alle varietà sativa.

 

5. Le interazioni farmacologiche

La maggior parte dei pazienti che inizia una terapia con cannabinoidi è già in cura con altri farmaci. Per questo per il medico è determinante sapere quali possono essere le interazioni farmacologiche, poiché più di 12 classi di medicinali possono interagire con i cannabinoidi. Infatti la maggior parte dei farmaci, compresi THC e CBD, sono metabolizzati dai citocromi P450 e bisogna conoscere se la co-somministrazione con altri farmaci può provocare un effetto inibitorio o stimolante.

 

6. Modalità di assunzione e posologia

In Italia tutti i medici iscritti all’Ordine possono prescrivere la Cannabis per qualsiasi patologia vi sia letteratura scientifica accreditata. Fatta questa premessa, è compito del medico scrivere nella ricetta una serie di informazioni utili non solo a paziente, ma anche al farmacista galenista. Quest’ultimo avrà il compito di formulare la preparazione galenico magistrale, usando la varietà di cannabis scelta dal medico e la forma farmaceutica ideale a trattare la patologia.
Dai decotti agli oleoliti, passando per le capsule decarbossilate e gli unguenti, sono diverse le preparazioni che si possono effettuare. Una volta ottenuto il farmaco, il paziente lo assume seguendo le indicazioni del medico riportate in ricetta: dosaggio e posologia possono subire degli aggiustamenti per ottimizzare gli effetti terapeutici.

Per approfondire questo argomento consigliamo di leggere la guida “Come si usa la Cannabis terapeutica”.

Viola Brugnatelli
Direttrice scientifica di Cannabiscienza e ricercatrice in neuroscienze presso l’Università degli Studi di Padova

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